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Mada Masr su Regeni (Traduzione)

Gli inquirenti italiani hanno redatto una lista preliminare di nomi di persone coinvolte nell’omicidio dello studente italiano Giulio Regeni nel 2016 in Egitto, segnando una svolta fondamentale per questa vicenda. Una prima lista di 26 nomi è stata ridotta a 10 nomi di politici e ufficiali.


Durante una conferenza stampa tenutasi lunedì scorso presso il senato italiano, Paola Deffendi, la madre di Regeni, ha affermato che la famiglia ora sa chi ha ucciso suo figlio dopo averlo torturato, così come il luogo dove sarebbe avvenuto il delitto. Nella stessa conferenza stampa Alessandra Ballerini, legale della famiglia, ha detto che Regeni sarebbe stato ucciso in una zona sotto il controllo di un apparato di sicurezza egiziano.

Una fonte governativa italiana, parlando con Mada Masr in condizioni di anonimato, sostiene che gli inquirenti italiani avrebbero stilato un elenco di 26 persone che sarebbero implicate nell’omicidio di Regeni.

“Al fine di preservare le relazioni tra i due paesi, i nomi di politici e ufficiali impiegati in organismi esecutivi nazionali sono stati rimossi dalla lista,” sostiene la fonte. “La responsabilità di alcuni di essi, date le loro posizioni, si limita all’essere stati informati del delitto. Abbiamo anche rimosso i nomi di coloro che sono intervenuti nel caso dopo la morte di Regeni.”

“Ci sono rimasti 10 nomi e questo è quanto possiamo fare per preservare le relazioni con Il Cairo. Ci aspettiamo lo stesso livello di attenzione da parte del Cairo, dato che i legami economici e politici tra i due paesi non consentono di archiviare il caso,” afferma la fonte, aggiungendo che l’elenco si basa su informazioni reperite in diverse città.

Secondo alcuni media, nei prossimi giorni un gruppo di inquirenti italiani è atteso in Egitto per discutere gli ultimi sviluppi della vicenda.

Una fonte governativa egiziana che lavora sulle relazioni tra Italia ed Egitto e che ha parlato con Mada Masr in anonimato, sostiene che l’imminente visita al Cairo del procuratore generale della repubblica italiana sarà seguita da una richiesta ufficiale di aprire le indagini nei confronti dei 10 sospettati.

La stessa fonte afferma che la cooperazione sul caso potrebbe “essere più complicata, poiché l’Italia starebbe facendo pressione sul procuratore generale della repubblica egiziana affinché accusi 10 persone impiegate in diverse agenzie di sicurezza, senza prove che dimostrino il loro coinvolgimento nel caso.”

Nel frattempo, una società tedesca incaricata di esaminare le telecamere di sorveglianza nelle fermate della metropolitana dove sarebbe passato Regeni il giorno della sua scomparsa, hanno smesso di lavorare, a causa di un intoppo creato dalle autorità egiziane secondo la fonte italiana.

Secondo la fonte egiziana, invece, l’Egitto non sarebbe intervenuto per fermare il lavoro della compagnia tedesca, accettando di buon grado l’arrivo al Cairo degli esperti tedeschi e permettendo loro di visionare i filmati. La società tedesca tuttavia vorrebbe trasferire tutto il materiale acquisito presso i propri laboratori in Germania e Stati Uniti per ragioni tecniche, “ma questo è qualcosa che le autorità egiziane rifiutano categoricamente.”

“Il Cairo non sembra avere la stessa volontà di collaborare con Roma,” afferma la fonte italiana, “dai tentativi di nascondere la verità, a quelli di infangare l’immagine di Giulio, fino ad accusare cinque persone totalmente estranee all’omicidio Regeni per poi ucciderle a sangue freddo per le strade della capitale.”

La fonte italiana ha inoltre aggiunto che il recente intoppo del lavoro della società tedesca sarebbe l’ennesima dimostrazione che Il Cairo non ha la minima intenzione di collaborare.
Deffendi, la madre di Giulio, ha chiesto a Papa Francesco, che visiterà Il Cairo alla fine di aprile, di parlare del caso.

Il corpo di Giulio Regeni è stato ritrovato sull’autostrada tra Il Cairo ed Alessandria con evidenti segni di tortura il 3 febbraio 2016, parecchi giorni dopo la sua scomparsa il 25 gennaio. Il ragazzo stava facendo ricerca sul campo per la sua tesi di dottorato sui sindacati indipendenti in Egitto.

Tradotto con Lonzero: qui

Originale: qui

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