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Lo scintillante spettacolo della democrazia americana

Giorni fa il New York Times ha rivelato che nel 2005 Juan Cole, professore di storia alla University of Michigan, sarebbe stato attenzionato da un network di solerti servitori dell’amministrazione Bush II. La storia è raccontata da un ex-agente cia, Glenn E. Carle:

Mr. Carle said that sometime that year, he was approached by his supervisor, David Low, about Professor Cole. […] According to Mr. Carle, Mr. Low returned from a White House meeting one day and inquired who Juan Cole was, making clear that he wanted Mr. Carle to gather information on him. Mr. Carle recalled his boss saying, “The White House wants to get him.” “ ‘What do you think we might know about him, or could find out that could discredit him?’ ” Mr. Low continued, according to Mr. Carle […] “Does he drink? What are his views? Is he married?”

Non è cosa nuova. La politica estera è materia sensibile in America, soprattutto se riguarda il Medio Oriente: ogni critica viene bollata come unpatriotic, chi osa tanto è un folle o un problema se occupa una posizione sociale di rilievo. Gente del calibro di Daniel Pipes -che in Italia vanta una folta schiera di cheerleaders- ha da tempo sdoganato la delazione con iniziative come Campus Watch, un’organizzazione nata  per “osservare” la correttezza politica dei docenti di Middle East Studies in America.

Juan Cole da almeno dieci anni utilizza un blog per commentare la politica estera del proprio paese. Durante la rivoluzione egiziana ha fornito una delle descrizioni più calzanti per l’Egitto contemporaneo definendolo “un regime pretoriano“. Come dice Mr. David Low, il superiore di Mr. Carle, “[h]ave you read his stuff […] [h]e’s really hostile to the administration”.

Non deve sorprendere, dunque, che qualcuno si sia preso la briga di tracciarne un profilo di ricattabilità. Nella democraticissima America lo spazio politico è costruito con quelle stesse pratiche che ci si prefigge di abolire altrove: violenze verbali e fisiche, delazione, dossieraggi e ricatti, intimidazioni e minacce legali, arresti e omicidi mirati. È la macchina del fango, co-essenziale allo scintillante spettacolo della democrazia liberale.

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4 Responses

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  1. spleen says

    Oh ma guarda. Ti perdo di vista un attimo e mi sorprendi con questa storia. Non l’avevo sentita.. grazie per il link al blog, me lo guardo subito!

    Ciao!

  2. melone says

    Ben ritrovato Spleen,

    Si fa quel che si può, a corrente alternata. Di niente per il link, seguo con interesse. Anche il Caso S. …

  3. spleen says

    Aaah.. ma questo mi fa più che piacere. Grazie davvero! Spero di leggere un tuo commento a breve, allora!

    😉

  4. melone says

    La storia del sud, riletta in chiave terronista, mi interessa molto. Anche se non sono assolutamente un esperto.