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Il Foglio e la lana caprina

Dopo che Anders Behring Breivik ha mostrato senza alcuna ambiguità su quali premesse sia costruito il concetto di “civiltà occidentale”, il Foglio sente il bisogno di prendere le distanze. Chissà come mai, ma sono proprio le due punte avanzate del megafono occidentalista più attivo in Italia, Giulio Meotti e Camillo Langone, a mostrare la coda di paglia più lunga.

Il primo si sente già vittima dell’imminente clima di “blood-lust“, una “caccia alle streghe” volta a colpire gli intellettuali citati nel manifesto di Breivik, alcuni dei quali, ci tiene a sottolineare, sono amici suoi. Meotti non ha bisogno di presentazioni, basta leggere il suo blog e si capisce subito che la sua unica fonte giornalistica è il governo israeliano. È quello che scrisse una marketta per Thilo Sarrazin salvo poi cancellare tutto quando si scoprì che quest’ultimo era un nazi-fascista vecchio stampo: anti-semitismo a 360°, arabo-musulmani und ebrei. La vicenda venne raccontata con un pizzico di amarezza da un fan deluso.

Dal canto suo Langone sente il bisogno di distinguere le sue posizioni da quelle di Breivik. “[I]o non metto le bombe, lui sì“, dichiara l’autore de Il manifesto della destra divina; “[c]attiva è la politica immigrazionista bersaglio degli attentati” e “la religione-fai-da-te” di Breivik, prosegue Langone, convinto che sia sufficiente a rimuovere anni passati a soffiare sul fuoco.

No, Langone, non basta. Tu sei quello che le quote rosa sono un “disastro culturale” e che “[o]gni donna ama un fascista” perché l’uomo di destra è l’unico “capace di rimettere le cose a posto […] anche le donne”; tu pensi che l’amore omosessuale sia “merda” e ti auguravi il patibolo in piazza “per i due scippatori colpevoli di avere ucciso un turista americano“; tu, da autentico “fondamentalista cristiano (ovvero cattolico)” quale dici di essere, invocavi Eolo (!!!) contro la “barbarie invadente” diretta a Lampedusa. Tu sei quello delle “preghiere dell’uomo invaso”, una delle quali finiva esattamente così:

Oltre una certa soglia (già superata) la presenza di stranieri davvero estranei, ovvero di altra religione e altra lingua (addirittura altro alfabeto), scardina il contesto. Che siano profughi o clandestini il risultato è lo stesso: niente più minigonne in certi quartieri, niente più Dante in certe scuole, niente più italiano in certe strade, niente più presepi in certi asili… Pertanto l’uomo invaso prega di non sentire più, in treno o nei locali, conversazioni in cui si parla di “rifugiati”, “disperati”… Altrimenti non riuscirà più a trattenersi e da invaso diventerà invadente.

E lo è diventato invadente, ah se lo è diventato. Continuate voi, ché a me viene da vomitare.

Posted in Fuffa Connection.

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2 Responses

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  1. mj says

    Sai, non avevo passato il mouse sullo scritto, e quindi non avevo visto che c’era un permalink( si chaima così?) che rimanda all’articolo di Langone dove lui scriveva che ” ci vorrebbe un patibolo in piazza per i due scippatori.” E quindi figurati che ho fatto la ricerca su google -langone.ilfoglio-scippatori”Perchè volevo verificare, ed è vero. E ora, dal blog di Malvino ( leggere il Foglio è una perversione che il mio stomaco delicato sopporta solo raramente)(*), leggo che il Langone avrebbe scritto che il tizio di Oslo non sarebbe cristiano perchè non solo il cristiano non uccide gli innocenti, ma non uccide neanche i colpevoli. Unless sei uno scippatore napoletano, quindi. Ora, a parte che quindi dovremmo dichiarare non cristiani frotte di persone, compresi parecchi irlandesi, qualche papa, etc, etc, questo qui, pur di ” difendersi”, è pronto a fare finta di non avere scritto ciò che ha scritto. Che schifo di uomo. su ILfoglio, of course.

    (*) la misura della pochezza intellettuale di alcune, purtroppo troppe firme de ILFoglio si evince delle tante fatiche sprecate da questi a cercare errori, ma anche peli nell’uovo su Travaglio, o Republica o i ” giustizialisti”, che poi invece stimano , citano, riportano, o omettono gli errori, le ca**ate e le svirgolate di quelli de IlFoglio.

    P.S. Ah, complimenti per il tuo commentosu IlPost. Te lo scrivo qui perchè lì sono bannata ( immagino da Costa e Facci, perchè loro sono i capaci di queste piccole vigliaccherie ). Fa piacere soprattutto perchè qualcuno fa distinguo tra ” multicuralismo ” a ” relativismo culturale” e che qualcuno, finalmente, abbia anche solo accennato al fatto che il relativismo culturale può favorire al più e semplicemente, un ( potremmo dire ” laico”)approccio culturale ed è assurdo tirarlo in ballo per farne la ” causa” di presunte debolezze verso altre culrure.

    Di colpo, il livello del commentario si è alzato. Per dire, non ti dico lo sconforto nel leggere le banalità ( tranne eccezioni) scritte sotto il post su Borghezio.

    • melone says

      Benvenuta MJ,
      Mi scuso se il blog è un po’ “inaccessibile”. Visto che siamo in tema potrei definirmi un “fondamentalista” del minimalismo. Langone dice bene solo una cosa: il termine “fondamentalismo” non può essere usato. Era fuorviante nel caso del terrorismo di matrice islamista e lo è ugualmente nel caso di Breivik. La retorica culturalista e identitaria dei vari Breivik, Borghezio e il Foglio è prettamente contemporanea, non ha nulla a che fare con i fondamenti della dottrina cristiana. Tutto il resto è da cestinare, o da ridicolizzare, a seconda del pelo sullo stomaco : )

      E grazie per i complimenti. Sono anch’io bannato da Costa, non ancora su il Post. Uno dei problemi fondamentali è la concezione di “cultura” che sottende alle opinioni dei vari neocon di sinistra: la loro, sì, astorica e monolitica. Non commento spesso, ma certe volte non riesco a trattenermi …