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Uno passa un decennio a ripetere che il terrorismo è intrinsecamente islamico e che l’Islam è intrinsecamente terrorista. Ci costruisce un’intera carriera, articolo dopo articolo, fatta di mòniti contro la minaccia islamica. Poi arriva il tipico nazi-fascista europeo -ariano, xenofobo, cristiano e conservatore- che compie una strage appropriandosi delle tue parole e ti rovina la festa.

Da tempo, militanti e divulgatori della Fuffa Connection prendevano posizione contro il lassismo delle sinistre europee e l’incombente totalitarismo islamista. Ora che qualcuno li ha presi alla lettera -e non è il primo- questo manipolo di malcelati razzisti sembra aver perso la bussola. Alcuni perseverano, altri fanno distinguo, i più furbi tacciono. Sprezzanti del ridicolo alcuni cavalieri occidentalisti, Fiamma Nirenstein e Lucia Annunziata su tutti, hanno cercato disperatamente di riscodellare la sbobba tal quale. Uno spettacolo penoso che altri prima di me hanno provveduto a registrare (qui e qui). Alla galleria degli orrori aggiungerei le acrobazie logiche di Christian Rocca, che sull’autore della strage scrive quanto segue:

L’idiozia di chi ora paragona il terrorista “cristiano” a quelli islamici, confondendo per ignoranza o malafede casi rari, isolati e scollegati da dottrine religiose o chiese o scritture con la potenza geometrica di una teologia politica, ideologica e temporale viva, presente nella società, diffusa da governi, scuole, università, televisioni e autorità religiose sulla base di un’interpretazione nemmeno tanto eterodossa di uno dei più potenti testi politici della storia.

Per chi non lo conoscesse Rocca è un noto apologeta di criminali di guerra: basta che batta bandiera americana e ogni bombardiere diventa un trionfo della democrazia. Rocca rilancia qualsiasi cosa scrivano velinari e neocons d’ogni sorta e genere, intervista millantatori di cariche accademiche, attribuisce “il Pendolo di Foucault” a Foucault stesso.

E per quanto riguarda il mondo islamico il nostro ha le idee fin troppo chiare. La logica del post qui sopra è esemplare. Se il massacratore è cristiano, lo si mette tra virgolette e lo si considera un’eccezione: “casi rari, isolati e scollegati da dottrine religiose o chiese o scritture”. Se a fare lo stesso è un musulmano non ci sono virgolette che tengano: quello che ha fatto è supportato da “una teologia politica, ideologica e temporale viva, presente nella società, diffusa da governi, scuole, università, televisioni e autorità religiose”. Come a dire: la chiesa è morta, e anche se fosse viva non c’entrerebbe comunque nulla; l’Islam, invece, dispone di istituzioni secolari e religiose per inculcare il culto della morte a più di un miliardo di musulmani, che non aspetta altro che farsi esplodere.

L’ho scritto e ribadito a suo tempo. In un futuro sempre più vicino, una lunga lista di persone  -da Daniel Pipes a Bat Ye’or fino ai loro grotteschi epigoni come Magdi Allam, Geert Wilders, Souad Sbai, Mario Borghezio e Daniela Santanché- dovrà semplicemente prendere atto del proprio fallimento professionale e intellettuale.

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